Murdock ha chiarito subito che il progetto è ancora top secret, ma ha ammesso che il suo obiettivo è quello di rendere il sistema operativo di Sun, Solaris, più user friendly e maggiormente familiare agli utenti di Linux. Il celebre sviluppatore non ha neppure potuto confermarne il nome in codice del progetto, che secondo alcuni è Indiana.
È ben noto come Solaris e Linux siano parenti, seppure alla lontana, entrambi parte della vasta famiglia di sistemi operativi Unix. Ciò non toglie che le differenze tra i due siano rilevanti, soprattutto a livello di shell, interfacce grafiche, utility di alto livello e, non per ultima, licenza.
Murdock sostiene che Solaris debba migliorare soprattutto il supporto all'hardware e l'ambiente desktop, anche se in quest'ultima area il supporto di Solaris a GNOME rappresenta un grande passo avanti. Il papà di Debian ritiene che un Solaris più facile da usare, e maggiormente integrato con Linux, possa attrarre un maggior numero di utenti e sviluppatori abituati ad utilizzare il Pinguino.
L'integrazione con Linux passa per forza di cose anche dalla compatibilità a livello binario, ossia dalla capacità di Solaris di far girare senza modifiche le applicazioni scritte per il cugino.
Certamente gli sviluppatori di Solaris potrebbero trarre grande vantaggio dalla possibilità di mutuare da Linux codice e tecnologie, ma ad ostacolare in larga parte quello che gli inglesi chiamano cross-pollination, ossia lo scambio di codice fra le due piattaforme, sono le incompatibilità tra la licenza CDDL di Solaris e quella GPL di Linux. È per questo motivo che Sun sta meditando già da lungo tempo la possibilità di migrare il codice di Solaris, per lo meno quello non protetto da brevetti, verso la licenza di GNU: la stessa che Sun ha per altro già utilizzato per diversi altri software, incluso Java.
Stando a quanto riporta News.com, il progetto Indiana è seguito da vicino dal CEO di Sun, Jonathan Schwartz, che sul futuro di Solaris sta puntando moltissimo.
Fonte: PuntoInformatico