AVE è in grado di far girare sui server della linea System p tutte le applicazioni Linux scritte per la piattaforma x86. A differenza dei classici software di virtualizzazione, come VMware o Xen, AVE agisce in modo trasparente all'utente, attivandosi automaticamente non appena viene lanciata un'applicazione x86. Per l'utente utilizzare programmi scritti per processori Power o IA-32 diventa così del tutto indifferente, escludendo almeno il fattore performance: Big Blue ammette che le applicazioni virtualizzate girano ad una velocità fino al 10% inferiore a quella nativa.
IBM continua a puntare moltissimo sull'accoppiata Linux/Power, una piattaforma a 64 bit che negli ultimi anni ha ridestato l'interesse di molti sviluppatori open source grazie soprattutto all'iniziativa Power.org.
Il big di Armonk afferma che il numero di applicazioni native testate e disponibili per la piattaforma LoP è cresciuto di oltre il 200 percento negli ultimi due anni. Tali applicazioni possono girare sui server System p, System i e BladeCenter JS21, tutti progettati nativamente per far girare Linux.
Nel 2005 IBM ha profondamente ristrutturato la propria divisione Linux con l'obiettivo di dare maggiore centralità a questo sistema operativo. Il gigante americano è infatti convinto che nel futuro Linux giocherà un ruolo sempre più importante anche nel settore delle applicazioni mission critical, come quelle finanziarie e mediche.
Fonte: PuntoInformatico