Grillo - autore di una singolarissima iniziativa per coordinare migliaia di piccoli azionisti Telecom e giunto in assemblea appoggiato tra gli altri anche dal ministro Antonio Di Pietro - ha parlato per molti minuti facendo le pulci all'azienda ponendo l'indice sull'amministrazione degli ultimi anni, sul gioco delle scatole cinesi del controllo di Telecom, sugli interessi dei consiglieri di amministrazione e altro ancora.
Al centro anche lo scandalo intercettazioni per il quale nessuno del management secondo Grillo si è assunto responsabilità: "L'alta dirigenza Telecom è qui, si chiama Carlo Orazio Buora, Marco Tronchetti Provera (che non era presente all'assemblea però, ndr.), Riccardo Ruggiero. A loro chiedo: A chi rispondeva la Security? All'usciere della Pirelli? Voi dove eravate? Supponiamo che la dirigenza non ne sapesse nulla. Tutto può essere. Però, dopo una prova di incapacità manageriale di questo livello, il gruppo dirigente doveva essere cacciato, o dimettersi, come si usava una volta, e non farsi più vedere. Ma è ancora qui, perchè è ancora qui? Forse ci sono dei dossier sparsi per il mondo sui nostri politici? O forse perchè il deus ex machina Tronchetti era sia presidente, sia azionista di controllo della stessa società e non poteva licenziare se stesso? Un personaggio che dispone della più grande azienda del Paese con lo 0,11 per cento delle azioni".
Non sono mancate le battute feroci del genovese più famoso d'Italia, in particolare proprio su Tronchetti Provera, che ha inviato un avviso in quanto assente per malattia. "È proprio vero - ha dichiarato Grillo - che il mondo si è rovesciato. Tronchetti che manda un avviso invece che riceverlo". Secondo il Movimento di Difesa del Cittadino "l'assenza di Tronchetti Provera, che si è sottratto alle critiche e alle accuse dei vari rappresentanti dei piccoli azionisti, può essere interpretata solamente in due modi: o come un gesto di disprezzo verso l'azionariato o come segnale di palese vigliaccheria".
Grillo ha concluso il suo intervento sostenendo che Telecom deve tornare ad essere una public company pura ad azionariato diffuso e chiedendo le dimissioni del gruppo dirigente, richiesta accolta dagli applausi in platea.
Ma, nel corso della giornata, raccontata minuto per minuto dall'esperto di reti Quintarelli, sono molte le voci critiche che si sono levate contro l'attuale dirigenza Telecom e contro Marco Tronchetti Provera. In tanti, e non solo Grillo, hanno voluto mettere in discussione la trasparenza dei rapporti tra l'operatore telefonico e la Pirelli, mettendo al centro operazioni che a loro dire hanno depauperato l'operatore di assets di cui hanno fruito e su cui hanno guadagnato altri.
Da parte sua il vicepresidente Telecom Carlo Buora, che presiedeva l'assemblea e che ha analizzato il bilancio dell'azienda, ha parlato di una impresa sana, una "società robusta" che non è crollata sotto le fortissime polemiche legate alle inchieste giudiziarie in corso e ai cambi di vertice. Secondo Buora "Telecom può e deve fare di più. Noi chiediamo solo di essere messi nelle condizioni di farlo. Il cliente deve sempre essere al centro, ma il management vuole fare di più e continuare a farlo in un ambito competitivo duro ed esigente". Secondo Buora, dunque, Telecom "è tutto fuorché un malato da risanare".
Una visione che i consumatori non condividono: Adiconsum ha criticato pesantemente le cifre presentate e così han fatto diversi azionisti. La tesi principale è che pochi si siano arricchiti sulle spalle dei molti. Grillo prima dell'assemblea aveva parlato del bilancio Telecom come di una "cura da neuropsichiatria perché si sono venduti tutto".
Il clima in Telecom è pesantissimo, tanto che ieri i sindacati SLC, UILCOM e FISTEL hanno proclamato uno sciopero dei dipendenti che si terrà a metà maggio: il timore dei lavoratori è che l'attuale caos in cui versa l'azienda si traduca in licenziamenti e chiedono quindi "un confronto con l'Autorità per le Comunicazioni, dopo averlo più volte richiesto". Chiedono anche un incontro al Governo e "l'apertura di un tavolo nazionale". Secondo i sindacati Telecom "è un'impresa sana che genera enormi flussi di cassa, ma è stata appesantita da un debito non suo e drenata da una politica dei dividendi che ha guardato agli interessi di pochi e non al benessere dei molti".
In serata, a segnare il ritmo di una giornata bollente, è arrivata la conferma che il colosso delle TLC americane AT&T ha rinunciato all'acquisizione di una quota di controllo parziale su Telecom Italia, come invece aveva annunciato di voler fare solo pochi giorni fa. L'altro partner dell'operazione, America Movil, non sembra per ora intenzionato a ritirarsi. Il suo boss, Carlos Slim, secondo Grillo non comprerà mai Telecom: "Figuriamoci - ha commentato ieri mattina il comico - se uno degli uomini più ricchi al mondo come quel messicano si compra un cadavere simile".
Mentre scriviamo, l'assemblea è ancora in corso e non è escluso che possa proseguire domani mattina.
Fonte: PuntoInformatico