Roma - Sulla scia del recente articolo I filtri assediano il P2P italiano?, nel quale Tele2 ha illustrato il proprio approccio alla questione dei filtri P2P, anche Tiscali si è dimostrata disponibile ad affrontare l'argomento con Punto Informatico.
Punto Informatico: Che tipo di strategie di traffic shaping adottate? Viene in qualche modo penalizzato il traffico P2P e se sì, come?
Tiscali: Tiscali non attua alcuna forma di traffic shaping sulla propria rete né sul traffico di interconnessione con le reti di altri operatori o verso le direttrici internazionali. A differenza di altri operatori, infatti, Tiscali può contare sulla sinergia che deriva dalla propria rete internazionale.
PI: Nessun filtro dunque
T: In tema di "Quality of Service", Tiscali possiede il servizio voce basato su tecnologia VoIP dove la qualità del servizio, anche in presenza di un notevole traffico dati non necessariamente P2P, è garantita dall'utilizzo di un PVC (Permanent Virtual Circuit, NdR) distinto dal classico 8:35 dei dati e da una rete dedicata esclusivamente al traffico VoIP.
PI: Altri provider sembrano temere la saturazione della banda
T: Noi pensiamo che il servizio Voce ed in futuro l'IPTV debbano essere erogati con una adeguata Classe di Servizio e che la modalità per ottenerla non sia tanto quella di agire a livello di limitazione di alcune tipologie di traffico, ma di utilizzare reti distinte per dati, voce (già in uso) e video. In questo modo il traffico dati non influisce sull'erogazione di altri servizi IP (VoIP e soprattutto IPTV).
PI: Tra gli utenti del P2P c'è chi sospetta che certi provider non si limitino ad applicare politiche di quality of service sui pacchetti, ma restringano anche il numero massimo di connessioni TCP/IP che ogni singolo utente può stabilire, magari al superamento di una certa soglia di traffico. È possibile? Voi lo fate?
T: Tiscali non effettua nessun controllo sul numero di sessioni TCP né interviene per limitarle. Com'è noto i programmi P2P attivano una quantità considerevole di sessioni TCP che vanno facilmente a saturare la tabella del NAT (Network Address Translation, NdR) creando problemi a quasi tutti i router in commercio. Anche per questo motivo alcuni software P2P (es. eMule) danno la possibilità di limitare dalle opzioni il numero di connessioni simultanee.
PI: La tecnica di offuscamento del protocollo utilizzata dalle più recenti versioni di eMule è realmente efficace per bypassare i vostri sistemi di gestione del traffico?
T: Riteniamo l'offuscamento non particolarmente efficace, tuttavia dal momento che per garantire la qualità dei servizi IP Based Tiscali utilizza VC, VLAN e reti dedicate la problematica non ci vede direttamente interessati.
PI: Nel 2005 Cisco confidò a PI che alcuni grossi provider nazionali avrebbero implementato il suo Service Control Engine, che permette di discriminare e filtrare con particolare efficacia il traffico proveniente dalle varie applicazioni P2P. Anche voi utilizzate questo servizio o uno simile?
T: Tiscali non utilizza sulla propria rete gli apparati menzionati o simili, non ha problemi di capacità e grazie agli oltre 150 rapporti di interconnessione della rete internazionale non ha problemi nel trovare "sbocco" al traffico della propria Customer Base.
PI: Secondo la vostra esperienza, oggi quali sono le applicazioni che generano il maggior traffico su Internet?
T: Il P2P è una componente importante di traffico ma non certo l'unica. Senza dubbio, le applicazioni P2P eMule e BitTorent e tutti i derivati generano buona parte del traffico internet, ma una parte considerevole di traffico consiste nel download legale di software, musica, film, file multimedia, giochi e streaming di file audio e video.
PI: In prospettiva, pensate che il continuo crescere del traffico P2P rischi di mettere in ginocchio l'attuale infrastruttura di Internet?
T: In realtà le reti sono dimensionate sulla base di rilevamenti statistici e sono in continua evoluzione. Il problema di saturazione delle infrastrutture di certo sussiste per le vecchie reti ATM. Come già detto Tiscali possiede una propria rete full IP la cui architettura scalabile riprende quella delle reti NGN (Next Generation Network, NdR) e costituisce la nostra risposta al rischio di saturazioni della rete.
Intervista presa da Punto-Informatico. Realizzata da Alessandro Del Rosso