BD+ Technologies ha corredato le proprie specifiche di documenti, accordi di licenza, programmi di certificazione e tutto ciò che servirà ai produttori di contenuti per avvalersi della nuova tecnologia. I primi dischi ad utilizzare BD+ potrebbero arrivare sul mercato già entro la fine dell'anno.
In linea teorica tutti i player Blu-ray oggi sul mercato supportano BD+, ma a scanso di equivoci BD+ Technologies ha ritenuto opportuno mettere a disposizione dei produttori un centro per il test dei loro dispositivi.
Come si è detto, BD+ rappresenta il terzo layer di protezione di Blu-ray. Questa tecnologia consiste in una macchina virtuale, simile a quella Java, che può girare in un player Blu-ray a partire da un codice che si trova nei supporti pre-registrati. Al momento del caricamento del disco, il codice viene letto e caricato nella memoria del player, dove viene infine eseguito.
Il codice BD+ può avere svolgere due funzioni principali: correggere i dati del disco che sono stati deliberatamente corrotti in fase di registrazione per renderne più difficile la copia; e controllare l'hardware del player in cerca di eventuali manomissioni o anomalie. Ma l'ambiente runtime BD+ può essere utilizzato anche per implementare forme di protezione del tutto nuove, da mettere in campo nel caso in cui le precedenti venissero superate dai cracker.
Secondo la Blu-ray Disc Association (BDA), per aggirare BD+ ai cracker non basterà più procurarsi le chiavi di decodifica di AACS: dovranno anche fare il reverse engineering della macchina virtuale BD+. La qual cosa non è impossibile, ma sicuramente meno facile di quanto sia stato scovare le chiavi AACS nella memoria dei PC. Resta da vedere se e come sarà implementato BD+ nei player software, già dimostratisi l'anello più debole della catena di protezione.
Fonte: PuntoInformatico