Il Razer DeathAdder V2 presenta sostanzialmente un design invariato. Sono davvero pochi ma mirati cambiamenti al suo aspetto. La forma non cambia per offrire quello che risulta uno dei migliori se non il migliore, per molti videogiocatori e non, mouse ergonomico con presa Palm Grip o Claw Grip ove la vostra mano lo permetta. Dunque parlando di numeri abbiamo dimensioni di 127 x 61,7 x 42,7 mm. La vera novità è il peso. Razer finalmente mette in forma il DeathAdder e con il V2 abbiamo un peso di soli 82 g. In un mercato dove oramai si punta a shell honeycomb o simili e pesi ultraleggeri per il DeathAdder V2 è comunque un gradito regalo. Ci basti pensare che il peso dei precedenti modelli non era inferiore ai 110 g. La colorazione Nera così come la superficie semiruvida rimangono invece invariate.
Il dorso si fregia dell’immancabile logo dei tre serpenti che verrà retroilluminato con colore o effetti a nostra scelta da poter abilitare e personalizzare tramite il Razer Synapse 3.
In posizione avanzata abbiamo due nuovi, di forma, tasti per il cambio DPI On-The-Fly, una nuova rotellina di tipo cliccabile con rivestimento gommato e i due tasti principali. Questi, sotto l’aspetto prestazionale, sono stati anch’essi aggiornati. Al pari dei nuovi modelli Razer troviamo switch ottici da ben 70 milioni di click rispetto i più classici Omron che nella versione più ‘’performante’’ arrivano ‘’solo a 50 milioni di click. Come spiegato in maniera del tutto sintetica e non troppo specifica per poterlo far comprendere a neofiti e non gli switch ottici hanno sicuramente alcuni aspetti a loro favore. Tra i tanti troviamo la durata, l’assenza attualmente di doppi click e una risposta in ms inferiore. Ciò si dovrebbe tradurre o si traduce in maggiori ‘’prestazioni’’ in game. Infine notiamo il sempre presente design split dei tasti principali.
Spostiamoci ora nel lato sinistro. Troviamo due classici tasti laterali che seguono la linea del mouse. I tasti sono di medie dimensioni, facilmente cliccabili e raggiungibili. Il feedback è come sempre valido e privo di problemi. Poco più sotto troviamo invece una superficie in gomma texturizzata per migliorare il comfort, in questo caso del pollice, nonché il grip sul mouse.
Nel lato opposto non abbiamo come sappiamo già nessun tasto ma troviamo la medesima superficie per completare l’impugnatura del mouse.
Posizionando il mouse frontalmente possiamo notare al meglio la forma caratteristica del DeathAdder.
Capovolto il mouse troviamo anche in questo caso un design e una disposizione degli elementi invariata. A differenza dei precedenti modelli il DeathAdder V2 pur avendo due generosi mousefeets in PTFE cambiando colore e spessore. Quest’ultimo elemento dovrebbe migliorare la resa su diverse tipologie di mousepad.
In posizione leggermente spostata dal baricentro, ma di poco, troviamo il sensore ottico Focus+. Come spiegato nel video di Unboxing questo è precisamente un Pixart PMW3399 evoluzione del precedente modello PWM3389 e realizzato in stretta e esclusiva collaborazione con Pixart. Razer non è la prima volta che adotta sensori esclusivi per i propri mouse da Gaming (esempio dal passato il Philips Twin Eye). Il sensore in questione è di tipo ottico e permette di arrivare a ben 20.000 DPI. La collaborazione con Pixart ha permesso anche tramite preciso firmware di garantire precisione, tracking e tutto ciò che possa garantire le migliori prestazioni fino a 20.000 DPI.
Presente infine un tasto per il cambio Profili. Un po' come il tasto DPI presente sui mouse Zowie. Ciò in unione alla memoria On-Board con possibilità di salvare fino a 5 Profili potremo gestire il mouse senza passare per alcun software ovviamente una volta personalizzati e salvati i Profili dediserati.
Completano il Razer DeathAdder V2 un nuovo cavo Speedflex (potremmo chiamarlo anche in questo caso Speedflex V2) rivestito in treccia di tessuto con migliore flessibilità.
Ed un connettore USB non placcato oro ma con inserto colore verde acido come già visto in passato.
Prima di passare ad un nuova e rapida descrizione del software di gestione vi lasciamo a qualche scatto della retroilluminazione RGB.